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Ma il BON-TON non esiste più ?

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2008 08:06
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Città: MONREALE
Età: 56
Sesso: Femminile
25/08/2008 08:06

La buona educazione è frutto di un lavoro lungo e costante: comincia da quando si muovono i primi passi e dura tutta la vita. Diceva Colette Rosselli, meglio nota come Donna Letizia, famosa scrittrice del galateo: "...perfettamente educati si è solo il giorno in cui le buone maniere sono diventate un riflesso istintivo". Al giorno d'oggi è raro incontrare persone che possiedono tale riflesso e molto spesso ci si imbatte in una sorta di cafoneria collettiva, scaturita dal profondo menefreghismo e mancanza di rispetto verso gli altri. Uomini e donne, tutti, nella società moderna, sono "affetti" da questo fenomeno sempre più dilagante.

Le nostre nonne, grande maestre di savoir-faire, insegnavano alle figlie le regole fondamentali per stare in società, iniziando dalla postura (libri sulla testa e sotto il braccio per camminare dritte ed eleganti) finendo con il bon ton a tavola. I ritmi frenetici della nostra esistenza ci conducono spesso verso una vita sbrigativa, nella quale tante volte i rituali formali della buona educazione vengono dimenticati. Ecco l'occasione per tutte quelle donne, che, magari in vacanza e finalmente rilassate, vogliano rinfrescare la loro memoria e munirsi di tutti quegli accorgimenti che le renderanno eleganti signore sempre e dovunque vadano.

La strada, per esempio, è il luogo dove ognuno di noi mostra il peggio di sé: mancanza del rispetto delle precedenze, dei limiti di velocità, noncuranza delle segnaletiche e linguaggio verbale volgare, esplodono in violenza e aggressività e spiace rilevare che le meno inclini a rallentare e fermarsi per far passare i pedoni, siano proprio le signore. Anche i bambini, spesso non sono educati come si dovrebbe, educarli al rispetto verso il prossimo, anche in tenera età è sicuramente una cartina di tornasole utilissima per quando cresceranno. Contemporaneamente è imbarazzante, per i bimbi stessi, essere trattati in pubblico come bestiole ammaestrate, quindi sconsigliamo a tutte le mamme di non mettere in piazza le loro prodezze e disubbidienze!

A noi donne piace molto conversare e siamo più propense a farlo rispetto agli uomini, ma qualche volta facciamo degli imperdonabili errori di stile. Scriveva Katherine Mansfield: "La conversazione è come un bimbetto in fasce che si porta in salotto per fargli fare il giro degli ospiti. Bisogna cullarlo, vezzeggiarlo, tenerlo in movimento se si vuole che continui a sorridere". Vietati quindi i musi lunghi e i malumori quando si è in pubblico, il trionfo dell'apparenza gioviale, deve sempre prevalere, se poi capite che non è la serata adatta, piuttosto rinunciate all'invito che presentarvi taciturne e melanconiche.

Nelle presentazioni, si presenta per prima sempre la persona più importante preceduta dal titolo di maggior rilievo, per l'uomo è d'obbligo alzarsi, mentre non è così per le donne. Una caduta di stile imperdonabile è dire "piacere", basta semplicemente presentarvi con il vostro nome e cognome, e se siete a tavola non iniziate mai con "buon appetito", rischierete un imbarazzante silenzio come risposta.

Evitate di toccarvi i capelli e di tenere i gomiti sulla tavola e ricordatevi che la forchetta taglia uova, patate e verdure, il coltello raccoglie il formaggio, mai trafitto da forca. Le posate non toccano mai il pane, che viene spezzato con le mani. Terminata una portata non lasciate mai le posate come se fossero dei remi, ma sistematele in modo parallelo, effetto orologio, alle "6:30" o "4:20". E se a qualcuno degli ospiti dovesse capitare di macchiare la tovaglia, fate finta di niente. "La buona educazione non sta nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel non dimostrare di accorgersene se un altro lo fa", sosteneva Cechov. La padrona di casa, deve fare attenzione che non manchi il pane o l'acqua, mentre spetta al padrone di casa dare consigli sul vino, facendo attenzione che non manchi. Sempre lui servirà i liquori, mentre toccherà alla signora servire i dolci.

Il guardaroba impone anche i suoi divieti. Mai indossare gioielli, paillette e strass prima del tramonto, una vera signora non indossa gioielli vistosi prima delle cinque del pomeriggio o del cinquantesimo compleanno! Ricordatevi poi di controllare le calze, mai smagliate, rischiate di apparire sciatte.

Quando andate al ristorante, osservate bene il comportamento del vostro accompagnatore: deve entrare prima lui e controllare che il luogo sia consono, e dovrebbe accompagnarvi alla sedia, facendovi accomodare. Se non lo fa, cambiate cavaliere!

In tempi di emancipazione femminile, forse tutto questo farà sorridere qualcuno, ma ritrovare il valore dei piccoli gesti, farà ingentilire oltre che la nostra immagine, soprattutto la nostra anima. E allora perché ignorarli?

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