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ANALISI DEL SANGUE: tutti i valori nel dettaglio

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2012 17:12
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26/11/2012 17:12

Globuli rossi (RBC)

Sono cellule del sangue (detti anche eritrociti o emazie) a forma di disco appiattito, prive di nucleo, che trasportano l'ossigeno, fissato tramite l'emoglobina in esse contenuta, fino alle cellule dei tessuti e riportano ai polmoni parte dell'anidride carbonica prodotta. Il valore normale nell'uomo è di 4,5-6 milioni/mm3, nella donna 4-5,5 milioni/mm3; anche in questo caso per gli atleti di discipline di resistenza si devono diminuire tali valori di circa 0,5 milioni/mm3.
Un numero di globuli rossi inferiore al normale è il segnale di un'anemia, tanto più seria quanto più il numero di globuli è basso.Se i globuli rossi sono più numerosi del normale, si è in presenza di un disturbo chiamato policitemia. La policitemia può essere il segnale di una disidratazione dell'organismo dovuta a malattie che portano vomito e diarrea. Può essere anche in relazione con l'uso di farmaci contenenti testosterone, oppure può essere dovuta a enfisema polmonare o a malattie cardiache. Anche l'elevata altitudine, o un'intensa attività fisica condotta per lungo tempo, possono determinare un aumento di globuli rossi.
L'emoglobina è influenzata dal numero degli eritrociti.

Globuli bianchi (WBC)

-I globuli bianchi, cellule del sangue, sono detti anche leucociti; hanno l'aspetto di piccole masse gelatinose incolori, sono più piccoli dei globuli rossi ma più grossi (10-12 micron di diametro ) e sono provvisti di nucleo. In generale, i globuli bianchi svolgono funzioni difensive, contro i microrganismi. Alcuni di essi accorrono nei tessuti dove siano penetrati batteri o sostanze estranee e li circondano emettendo dei prolungamenti e poi li distruggono. Altri producono delle sostanze, dette anticorpi, che neutralizzano l'azione nociva dei virus e batteri eventualmente penetrati nell'organismo.
Formula leucocitaria. E' l'esame che stabilisce il numero e le caratteristiche dei vari tipi di globuli bianchi o leucociti.
Neutrofili.
Servono per difendere l'organismo dalle infezioni, specie se causate da batteri. Contengono diverse proteine e sostanze chimiche in grado di danneggiare irreversibilmente le membrane dei microorganismi patogeni.
VALORI NORMALI: 55%-70%, per uomini e donne.
Se esiste qualche anomalia nella forma e nella dimensione, viene segnalata.
La diminuzione dei neutrofili può essere il segnale di molte malattie:
infezioni batteriche (tifo, paratifo, brucellosi, tubercolosi)
infezioni virali (epatite, influenza, rosolia, morbillo, varicella, mononucleosi infettiva)
malattie del sangue, malnutrizione, alcolismo.
L'aumento dei neutrofili può, come del resto la diminuzione, essere determinato da tantissime cause: infezioni generalizzate o localizzate, provocate più di frequente da streptococchi e più raramente da altri batteri o da virus e funghi; assunzione di ormoni steroidei o litio; intossicazione da farmaci, quali clorpropamide, serotonina, digitale, acetilcolina.
In gravidanza, durante il puerperio, dopo intensi sforzi fisici e nel periodo neonatale l'aumento dei neutrofili è considerato fisiologico, ossia naturale.
Eosinofili.
La loro funzione la difesa dell'organismo dai parassiti.
VALORI NORMALI: 1%-4%, per uomini e donne.
La diminuzione degli eosinofili è quasi sempre in relazione con una cura prolungata a base di preparati contenenti cortisone. Il loro aumento si riscontra in varie malattie, tra cui le più frequenti sono:
asma bronchiale, orticaria, febbre da fieno, allergia ai farmaci,
malattie causate da parassiti, scarlattina, corea, polmoniti, malattie del sangue, artrite reumatoide, avvelenamenti, malattie dello stomaco e dell'intestino.
Basofili.
La loro funzione non è molto ben conosciuta. Anch'essi aumentano nelle allergie: contengono istamina che, se liberata in eccesso nel sangue e nei tessuti, provoca sintomi fastidiosi (come il prurito o la comparsa di pomfi cutanei) per combattere i quali si usano spesso farmaci chiamati antiistaminici.
VALORI NORMALI: O%-1%, per uomini e donne.
Una diminuzione dei basofili può essere dovuta a cure prolungate a base di preparati contenenti cortisone o progesterone, e talora si riscontra durante la gravidanza.
Può anche essere il segnale di varie malattie, tra cui: disturbi della tiroide, orticaria, asma, febbre da fieno.
Linfociti
VALORI NORMALI: 25%-35%, per uomini e donne. La diminuzione dei linfociti, detta linfopenia, si riscontra in seguito alle cure a base di farmaci chemioterapici (contro i tumori) e cortisone.
L'aumento dei linfociti, detto linfocitosi, è fisiologico, ossia naturale nei bambini di età compresa tra i 4 mesi e i 4 anni. Può indicare:
pertosse, mononucleosi infettiva, orecchioni, varicella, morbillo, epatite virale
toxoplasmosi, infezioni croniche, sifilide, morbo di Addison, morbo di Crohn.
La presenza di linfociti atipici, può essere dovuta a:
mononucleosi, epatite virale, orecchioni, morbillo, cytomegalovirus, polmonite virale,
pertosse, brucellosi, toxoplasmosi, sifilide.
In realtà i linfociti comprendono diversi sottotipi: i principali sono i linfociti B, T, Natural Killer. Queste sottopopolazioni hanno funzioni diverse: I linfociti B producono anticorpi, molecole importanti nella difesa dell'organismo dalle infezioni; i linfociti T non producono anticorpi ma elaborano altre molecole importanti nella difesa dalle infezioni, soprattutto virali. Essi inoltre sono in grado di riconoscere in modo specifico cellule estranee e svolgono un ruolo essenziale nella difesa dell'organismo dai tumori e nel rigetto dei trapianti. Le cellule Natural Killer (NK) sono simili ai linfociti T.
I diversi sottotipi di linfociti non sono riconoscibili al microscopio ottico o con i comuni contatori elettronici. Per studiarli bisogna ricorrere a metodiche sofisticate disponibili solo in laboratori specializzati.
Monociti.
Sono importanti nella difesa dell'organismo da alcuni tipi di batteri.
Se aumentano i granulociti molto probabilmente è in corso un'infezione provocata da batteri, mentre se aumentano i linfociti, l'infezione dovrebbe dipendere da un virus.
VALORI NORMALI: 3%-8%.
L'aumento dei monociti si riscontra in varie malattie tra cui:
leucemia, artrite reumatoide, lupus eritematoso, arterite temporale
tumore dell'ovaio, tumore dello stomaco, tumore della mammella
tubercolosi, sifilide, endocardite batterica, brucellosi, tifo, malaria
candidosi, mononucleosi infettiva, colite ulcerativa cronica.
La diminuzione dei monociti non è significativa.
Un numero più basso di leucociti può essere la spia di una minore capacità dell'organismo di difendersi dalle malattie, oppure di un generale indebolimento del corpo. Un numero più alto del normale indica sempre un'infezione in corso nell'organismo, oppure è un dato che si può riscontrare in seguito a un'intossicazione. E' fondamentale, però, andare a vedere quale tipo di leucocita è presente in quantità. I globuli bianchi possono aumentare se si assumono determinate sostanze (arginina) o in particolari periodi (gravidanza, mestruazioni).
Ematocrito (Hct)
- È la percentuale di parte corpuscolata del sangue (globuli rossi, piastrine e globuli bianchi).
I suoi valori vanno da 37 a 46 nella donna, mentre nell'uomo variano da 42 a 50. Una percentuale più bassa della norma è sintomo di anemia, mentre una percentuale più alta segnala policitemia. L'esame ematocrito conferma le informazioni dell'esame per il conteggio dei globuli rossi.
Per gli atleti di discipline di resistenza i valori più probabili sono da 40 a 45 per l'uomo e da 36 a 41 per la donna.
Volume corpuscolare medio (MCV)
Indica la grandezza dei globuli rossi ed è importante perché serve nella diagnosi delle anemie: i globuli rossi possono essere più piccoli del normale (anemia microcitica) o più grandi (anemia macrocitica). Si ricava da (ematocrito*10/numero di globuli rossi) e i valori normali vanno da 80 a 100 femtolitri (indicati con fl). Negli sport di resistenza l'allenamento aumenta il valore dell'MCV (alcuni atleti keniani arrivano anche a valori di 110).
Contenuto emoglobinico corpuscolare medio (MCH)
È la quantità di emoglobina contenuta in media in un globulo rosso. Si ricava da (emoglobina*10/numero di globuli rossi in milioni/ml) e i valori normali vanno da 27 a 34 picogrammi.
Concentrazione emoglobinica corpuscolare media (MCHC)
Indica se i globuli rossi a seconda della loro grandezza contengono poca o molta emoglobina. Si ricava da (emoglobina*10/ematocrito) e i valori normali espressi in percentuale vanno da 31% a 38%. Un valore inferiore è un importante parametro per la diagnosi del TIPO di ANEMIA (Ipercromica, Ipocromica ed Ipercromica) e non necessariamente risulta alterato nell'Anemia. Può essere anche sintomo di un accumulo eccessivo di liquidi nell'organismo. Può essere la spia di una rara malattia ereditaria, la sferocitosi.
Red-cell Distribution Width (RDW)
Misurato in percentuale (da 11 a 16) o in assoluto (da 39 a 50 fl), indica una misura dell'ampiezza della curva dei volumi dei globuli rossi, permettendo di riconoscere i casi di anisocitosi (RDW elevato).
Emoglobina glicosilata (HbA1c)
L'emoglobina A1c (chiamata anche HbA1c) mostra la media della quantità di zucchero (glucosio) nel sangue di una persona relativa agli ultimi tre mesi. L'emoglobina A1c permette quindi di sapere se il glucosio presente nel sangue è normale o troppo alto. Lo zucchero presente nel flusso sanguigno può legarsi all'emoglobina dei globuli rossi (l'emoglobina è la parte dei globuli rossi che porta l'ossigeno) tramite un processo chiamato glicosilazione. Una volta che lo zucchero si lega all'emoglobina, vi rimane per l'intera durata della vita del globulo rosso, che è di circa 120 giorni. Maggiore è il livello di glucosio nel sangue, maggiore è la quantità che si lega ai globuli rossi. Le scoperte di uno dei maggiori studi, il Diabetes Control and Complications Trial (DCCT), hanno mostrato quanto sia importante questo esame. Lo studio dimostra che diminuire il valore dell'emoglobina A1c può ritardare o prevenire lo sviluppo di patologie oculari, renali e neurologiche e cardiovascolari. Il controllo di laboratorio dell'emoglobina glicosilata viene effettuato soprattutto per controllare la stabilità della glicemia nei soggetti in cui questo valore non è stato nei valori normali oppure nei soggetti in terapia con farmaci antidiabetici. Le persone con un alto livello di zucchero nel sangue hanno normalmente anche una emoglobina glicosilata alta. Per mantenere l'HbA1c sotto il 7 per cento bisogna che, durante gli ultimi tre mesi, la glicemia preprandiale (prima dei pasti) superi raramente i 150 mg/dl. La glicemia non dovrebbe nemmeno scendere al di sotto di 60-70 mg/dl, per non incorrere in eventuali ipoglicemie. Unità di misura: % Valori di riferimento uomo: I valori normali sono compresi tra 2,2 e 4,8% Valori di riferimento donna: I valori normali sono compresi tra 2,2 e 4,8% Valori di riferimento bambino: I valori normali sono compresi tra 2.6 e 7.5%
Ferritinemia -
Indica il ferro presente a livello del fegato, cioè la riserva in ferro
Valori normali Sono considerati valori normali 5 - 177 ng (nanogrammo, 1 ng = 1 miliardesimo di grammo) /100ml.
Cause di valori superiori alla media
Valori superiori a quelli ritenuti normali possono essere determinati da eccessiva introduzione di ferro, da emacromatosi, da leucemia, da neoplasie maligne, da trasfusioni
Cause di valori inferiori alla media
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere causati da poca introduzione di ferro, da emorragie, da gravidanza.
La ferritina rappresenta i depositi di ferro dell'organismo (insieme all'emosiderina); pertanto una diminuzione di ferritina predispone all'anemia.
Sideremia -
È la concentrazione del ferro nel sangue (da 60 a 160 mcg/dl per l'uomo e da 20 a 140 mcg/dl per la donna)
ovviamente nell'anemia sideropenica si hanno valori inferiori. Se i valori di sideremia, di ferritina e di transferrina sono corretti è del tutto inutile assumere ferro per correggere un quadro anemico anche lieve.
Transferrinemia -
È la concentrazione della transferrina nel sangue (da 250 a 400 mg/dl); la transferrina è responsabile del trasporto del ferro dai depositi al sangue. Nell'anemia sideropenica (da mancanza di ferro) si eleva, rappresentando un meccanismo di compensazione della mancanza di ferro.
Piastrine (PLT) -
Dette anche trombociti, sono corpi del sangue senza nucleo, di forma discoidale, che giocano un ruolo essenziale nei processi di coagulazione.
Valori normali vanno da 150 a 440 migliaia/microlitro. I valori sono alterati in caso di forti emorragie, circolazione rallentata del sangue, problemi alla milza, leucemie o lesioni del midollo osseo. Molti farmaci (fra cui pillola anticoncezionale e aspirina) influiscono sui valori.
La diminuzione del numero delle piastrine, detta trombocitopenia, si riscontra in seguito a trasfusioni di sangue, oppure dopo una cura prolungata a base di particolari farmaci, quali antibiotici, barbiturici, diuretici, sulfamidici, ipoglicemizzanti. Può inoltre essere il segnale di varie malattie organiche, tra cui:
anemia, carenza di vitamina B12 e acido folico, mononucleosi infettiva e altre infezioni virali, leptospirosi, linfomi, malaria, rigetto del rene in seguito a trapianto, ipertiroidismo
porpora, endocardite batterica (per esempio, conseguente a un’infezione da streptococco), tifo, scarlattina.
L'aumento del numero delle piastrine, definito trombocitosi, può essere conseguenza della prolungata assunzione di preparati a base di vitamina B12 e acido folico, oppure può essere in relazione con lo svolgimento di un’intensa attività sportiva o con la gravidanza: in questi due casi è considerato fisiologico, ossia naturale e quindi non significativo dal punto di vista medico. Può, però, essere segno di una delle seguenti malattie: 1) morbo di Crohn. 2) anemia emolitica. 3) tumore.
Protrombina (PT)
Stabilisce il buon funzionamento di uno dei meccanismi della coagulazione.
RATIO: rappresenta il rapporto tra la capacità di coagulare del sangue esaminato e la capacità di coagulare di un sangue standard usato come riferimento. La capacità di coagulare del sangue in esame viene raffrontata con quella di un sangue che coagula perfettamente: il risultato che si ottiene nasce da questo rapporto.
Valori normali: 0,90-1,20.
Un valore maggiore indica un'alterazione del processo di coagulazione del sangue, causata da una malattia o dall'uso di medicine ad azione anticoagulante. Un valore minore non è significativo.
I.N.R.: questa sigla ha lo stesso significato della Ratio, ma viene sempre aggiunta a quest'ultima perché è un'unità di misura più universalmente riconosciuta.
VALORI NORMALI: 0,90-1,20, per uomini e donne.
Valori inferiori alla norma non sono significativi.
Valori più alti si riscontrano in presenza di disturbi del fegato (epatopatie), in alcune malattie del sangue, e nelle persone sottoposte a una cura a base di medicine ad azione anticoagulante.
A volte come unità di misura si utilizzano i secondi e nel soggetto normale il tempo di protrombina (PT) è di 12-15 secondi.
Tempo di Tromboplastina parziale (PTT)
Valuta la normalità del processo di coagulazione del sangue in rapporto a un sangue normale di riferimento.VALORI NORMALI: Ratio 0,80-1,20.
Una diminuzione rispetto alla norma non è significativa.
Un aumento dei valori si riscontrerà in alcune malattie del sangue, nelle malattie del fegato. L'utilizzo di gran lunga più comune concerne però il monitoraggio della terapia eparinica.
Azotemia
La quantità d'urea nel sangue è importante per verificare sia la funzionalità renale sia il giusto apporto proteico della dieta. In caso di azotemia alta (ed escludendo una patologia renale) si dovrebbe limitare l'apporto di proteine ed evitare l'uso di integratori proteici per evitare un inutile sovraccarico renale. Anche in questo caso un pesante impegno fisico può influire (a causa del catabolismo proteico) sui valori riscontrati. I valori normali vanno da 16 a 60 mg/dl. Il limite superiore è stato elevato (normalmente è 50), considerando che chi pratica attività fisica intensa spesso si assesta fra 45 e 60.
Una diminuzione dell’urea rispetto ai valori normali può essere conseguenza di una dieta troppo povera di proteine (formaggio, latte, carne, pesce, uova) e troppo ricca di carboidrati (pane, pasta, dolciumi), oppure si riscontra in varie malattie tra cui:
ipotiroidismo
alterazioni della funzionalità del fegato
ritardo gestazionale (gravidanza oltre il termine).
Un aumento rispetto ai valori normali può essere conseguenza di un digiuno prolungato, oppure si riscontra in tantissime malattie tra cui:
insufficienza renale, disidratazione, emorragia, ipertensione, diabete, pielonefrite
calcoli renali, ipertrofia prostatica, arteriosclerosi
ipertiroidismo, insufficienza cardiaca, traumi con schiacciamento, malattie febbrili, malattie infettive, disidratazione
epilessia e altre malattie che interessano il sistema nervoso centrale.
Bilirubina -
L'esame misura la concentrazione di bilirubina nel sangue.
La bilirubina, sostanza di colore giallo-rossastro, deriva prevalentemente dalla demolizione dell'emoglobina, la proteina che lega l'ossigeno nei globuli rossi. Ogni 120 giorni i globuli rossi vengono rinnovati e l'emoglobina viene decomposta dai macrofagi nei suoi componenti base, il gruppo eme e le globine. Il gruppo eme viene ulteriormente degradato in biliverdina e poi in bilirubina; per essere eliminata, dev'essere trasformata dal fegato. E' un pigmento, contenuto nella bile ed è un prodotto del catabolismo dell'emoglobina. La parola deriva dal latino bilis, bile, e ruber, rosso.
La bilirubina coniugata finisce nella bile e con questa nell'intestino, dove viene parzialmente trasformata in urobilinogeno. La bilirubina e i suoi derivati conferiscono alle feci il loro caratteristico colore marrone. L'urobilinogeno viene in parte riassorbito ed espulso dai reni come urobilina: è questa a dare all'urina il suo colore giallo. Questa situazione si verifica inoltre comunemente nei neonati nei primi giorni dopo il parto (ittero neonatale), perché il numero di globuli rossi necessario alla vita indipendente è minore di quello necessario per la vita intrauterina. Tuttavia anche nei neonati, se il livello di bilirubina nel sangue supera una soglia critica (molto più alta di quella necessaria a colorare la pelle), si possono produrre danni al cervello. Per questo motivo, l'analisi della bilirubina è un'analisi di routine nei primi giorni dopo la nascita.
Se il fegato si ammala o se vengono distrutti globuli rossi in eccesso, la bilirubina nel sangue aumenta oltre il valore di 3-4 mg/dl e conferisce alla cute e alle sclere un colorito giallastro, definito ittero.
VALORI NORMALI BILIRUBINA TOTALE: 0,20-1,20 mg/dl.
VALORI NORMALI BILIRUBINA DIRETTA: 0-0,2 mg/dl.
VALORI NORMALI BILIRUBINA INDIRETTA: 0,2-0,8 mg/dl.
Della bilirubina totale presente nel sangue si possono distinguere due frazioni: la bilirubina indiretta (non ancora trasformata dal fegato), che rappresenta la frazione più cospicua, e quella diretta (già trasformata dal fegato). La bilirubina diretta viene poi riversata nell'intestino dove la flora batterica ne favorisce la degradazione, convertendola in composti che vengono eliminati con le feci. Questo esame è indicato per determinare la presenza di una malattia del fegato (cirrosi, epatite, calcoli biliari) e per seguirne la progressione. In genere il medico prescrive il test della bilirubina in associazione ad altri esami di funzionalità epatica (fosfatasi alcalina e transaminasi AST e ALT), alle seguenti categorie:
1. pazienti che manifestano segni o sintomi di danno epatico (ittero, nausea, urine scure, dolori addominali, fatica e malessere generale);
2. coloro che abbiano avuto una storia di alcolismo;
3. individui con sospetta esposizione ai virus dell'epatite. Nei neonati la misurazione della bilirubina è considerata una pratica di routine. Infatti, nei primi tre giorni di vita, la maggior parte dei bambini manifesta una forma di ittero, l'ittero fisiologico, perché il loro sistema epatico di degradazione dell'emoglobina non è ancora del tutto sviluppato.
Un eccesso di bilirubina indiretta può essere dovuto a:
1. un'aumentata distruzione dei globuli rossi (emolisi), che si verifica nell'anemia emolitica, o altri difetti della produzione dell'emoglobina (talassemia, anemia perniciosa e falciforme);
2. alcune malattie ereditarie che alterano la capacità del fegato di convertire la bilirubina indiretta in quella diretta, come le sindromi di Gilbert e Crigler-Najjar;
3. ittero fisiologico dei neonati e dei prematuri e reazione di incompatibilità tra Rh materno e quello del neonato;
4. effetto collaterale di alcuni farmaci come steroidi e rifampicina (un antibiotico usato per la cura della tubercolosi).
Un aumento della bilirubina diretta può dipendere da:
1. alcune malattie ereditarie come le sindromi di Dubin-Johnson e Rotor; 2. malattie del fegato come cirrosi, epatiti virali ed epatite tossica; 3. ostruzioni delle vie biliari dovute per esempio a calcoli o tumori del fegato o del pancreas;
4. effetto collaterale di alcuni tipi di farmaci come: pillola anticoncezionale, alcuni tipi di antibiotici (tetracicline), steroidi, antinfiammatori non steroidei (FANS).
Una diminuzione dei livelli di bilirubina totale, indiretta e diretta può invece essere causata da: 1. alcuni tipi di anemie (aplastica, sideropenica);
2. assunzione di certi sedativi, i barbiturici
Creatinina - Si forma durante il lavoro muscolare e viene espulsa tramite le urine
Se i reni non funzionano bene il suo valore nel sangue resta elevato. Alcuni antibiotici ne abbassano il valore, mentre la pillola anticoncezionale e un danno muscolare o un duro allenamento lo alzano. Valori normali (dipende dalla massa muscolare): donne fino a 0,9 mg/dl, uomini fino a 1,3 mg/dl.
La diminuzione della creatinina si riscontra nelle seguenti eventualità:
atrofie muscolari, tumore della prostata, gravidanza.
L'aumento della creatinina rispetto ai valori normali può essere il segnale di vari problemi tra cui: poliartrite, scompenso cardiocircolatorio, ipertiroidismo.
Colesterolo -
E’ un grasso; importante costituente delle cellule dell’organismo.
Può avere origine dal cibo (latte e derivati, carne, uova ecc.), ma la maggior parte è fabbricata dal fegato a partire da una vasta gamma di sostanze. La ricerca di questa sostanza nel sangue concorre, con la ricerca dei trigliceridi, a valutare i grassi nell’organismo. Può essere eliminato (tramite la sintesi degli acidi biliari) per via epatica (fegato) o per via intestinale.
Viene differenziato in due gruppi:
colesterolo "buono" o HDL perchè se la maggiore parte del colesterolo presente nel sangue è sottoforma di lipoproteine a elevata densità (High Density Lipoproteins, HLD) sembra avere un effetto protettivo nei confronti della malattia arteriosa, perchè le molecole HDL hanno una struttura molto grande e tali dimensioni consentono loro di "spazzare" fisicamente le arterie e di ripulirle dai depositi arteriosclerotici; inoltre le HDL hanno la funzione di riportare il colesterolo nel fegato, quindi di sottrarlo al sangue; quindi il colesterolo HDL è molto utile ed è importante che il suo livello sia alto, maggiore di 35 mg/dl; una persona che ha un colesterolo totale alto ma un HDL a un livello maggiore di 35 non è a rischio, quanto una persona che insieme a un colesterolo totale alto, presenta un livello di HDL basso, inferiore a 35;
colesterolo "cattivo" o LDL perchè se la maggiore parte del colesterolo è sottoforma di lipoproteine a bassa densità (Law Density Lipoproteins, Ldl) aumenta il rischio di sviluppo di aterosclerosi. Il colesterolo è una sostanza essenziale, che rappresenta la base chimica per la sintesi di alcuni ormoni ed entra in gioco anche come "mattone" nella formazione di tutte le membrane delle cellule.
Valori normali
Sono considerati valori normali 120 - 220 mg/100 ml per il colesterolo totale, 40 - 80 mg/100 ml per l’HDL, 70 - 180 mg/100 ml per l’LDL
Cause di valori superiori alla media
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere causati da diabete, da epatite cronica, da uso di contraccettivi, da intossicazione, da ipoproteinemie, da ipotiroidismo, da lupus eritematoso, da morbo di Cushing, da obesità, da pancreatite acuta, da sindrome nefrosica
Cause di valori inferiori alla media
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere causati da anemie croniche, da epatopatie terminali, da ipertiroidismo, da morbo di Addison, da malnutrizione, da sepsi, da malassorbimento, da malattie neoplastiche.
Fondamentale è il calcolo dell'indice di rischio cardiovascolare dato dal rapporto fra colesterolo totale e colesterolo HDL. Tale valore dovrebbe essere inferiore a 5 per gli uomini e 4,5 per le donne. Visto che il colesterolo svolge funzioni comunque positive, è da guardare con sospetto anche un valore troppo basso del colesterolo totale.
Trigliceridi -
sono sostanze grasse prodotte nel fegato o introdotte con gli alimenti.
Insieme all’aumento del colesterolo, l’innalzamento dei trigliceridi costituisce un fattore di rischio perchè danneggia le arterie. I trigliceridi hanno la sola funzione di "scorta" dei grassi per l’organismo, cioè non forniscono immediatamente energia (come il glucosio) ma vengono utilizzati solo nei momenti di emergenza, cioè quando l’organismo ha bisogno di energia. Essi entrano nell’organismo insieme ai cibi (soprattutto burro, insaccati e formaggi grassi) e non appena l’intestino li assorbe, vengono catturati da particolari proteine, i chilomicromi, e trasportati al fegato e al tessuto adiposo per essere immaganizzati. Nel momento in cui l’organismo ha bisogno di energia, altre proteine (chiamate Vldl) intaccano le scorte e trasportano i trigliceridi in circolo
Valori normali: sono considerati valori normali 40-170 mg/100 ml; i valori sono molto influenzabili dall’alimentazione immediatamente precedente al prelievo; se si mangiano cibi grassi nei giorni che precedono l’esame, è possibile che il loro livello si alzi; anche l’alcol sortisce questo effetto
Cause di valori superiori alla media
Valori superiori a quelli considerati normali possono essere determinati da alcolismo, da diabete mellito, da epatopatie, da insufficienza renale, da ipotiroidismo, da obesità, da pancreatite acuta. Se un loro aumento si associa a forte diminuizione dei valori del colesterolo HDL (vedere), rappresentano anch’essi fattore di rischio per infarto e ictus
Cause di valori inferiori alla media
Valori inferiori a quelli considerati normali possono essere determinati da anemia, da contraccettivi orali e gravidanza, da ipertiroidismo, da digiuno prolungato, da malnutrizione, da senilità (alterazioni delle capacità mentali che si verificano in conseguenza dell’invecchiamento), da ustioni
I valori normali per chi pratica attività sportiva vanno da 40 a 150 mg/dl; per un sedentario si può arrivare fino a 200 mg/dl.
Glicemia -
La glicemia è la presenza di glucosio nel sangue.
È regolata da un complesso di meccanismi neurormonali e metabolici che ne impediscono forti oscillazioni in difetto o eccesso. Aumenta nei soggetti diabetici e si abbassa nel digiuno prolungato. In genere con l'allenamento la glicemia si abbassa rispetto ai valori normali che vanno da 65 a 110 mg/dl.
Una diminuzione del glucosio rispetto a valori normali si riscontra nel corso di diete povere di zuccheri o in seguito a digiuno prolungato, oppure può essere conseguenza dello svolgimento di un’attività fisica molto intensa.
Può, inoltre, dipendere dall' assunzione prolungata di particolari farmaci (salicilati, antitubercolari), oppure può essere anche il segnale di varie malattie tra cui:
alterazioni a carico del fegato
ipotiroiclismo
intolleranza al fruttosio.
Un aumento del glucosio è sempre il segnale di diabete mellito, la malattia caratterizzata dallo scorretto utilizzo degli zuccheri da parte dell’organismo.
Transaminasi -
Come dice il nome sono enzimi che intervengono nella transamminazione,
Nella trasformazione cioè di un amminoacido in un altro. Normalmente sono presenti sia nel fegato che nei muscoli, dove partecipano alla trasformazione degli amminoacidi in energia, soprattutto se l'impegno fisico è lungo e impegnativo. Avere valori alti di transaminasi non necessariamente vuol dire avere problemi epatici. Nel caso di dubbio conviene eseguire nuovamente l'esame a riposo. Valori normali sono inferiori a 40 mU/ml (GOT e GPT) e inferiori a 18 mU/ml (SGOT).
FT3 e FT4 - Ormoni T3 e T4 liberi.
La triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4) si alterano in caso di malattie della tiroide, ma anche nel caso di alimentazioni particolarmente ricche di iodio o di regimi alimentari ipocalorici. Valori normali sono per l'FT3 2,3-5 pg/ml e per l'FT4 0,9-2 ng/dl.
TSH - Ormone tiroidostimolante
Come dice il nome, stimola la tiroide e la formazione degli ormoni T3 e T4. Il meccanismo di equilibrio fa sì che elevate concentrazioni di T3 e T4 nel sangue blocchino la formazione di TSH. È ovviamente indicativo di malattie della tiroide. Per gli adulti il valore normale va da 0,1 a 3,5 mU/l.
Dhea
Il valore di tale ormone è significativo solo per persone che hanno superato la quarantina e secondo alcuni autori fornirebbe il grado d'invecchiamento. Valori normali del Dhea solfato vanno da 0,8 a 5,6 mg/ml per l'uomo e da 0,35 a 4,3 mg/dl per la donna. Provate un semplice test d'invecchiamento: a temperatura standard (20 °C) pizzicatevi il dorso della mano sollevando la pelle per circa cinque secondi, poi rilasciate: il tempo che impiega la pelle per tornare nella posizione originaria fornisce la vostra età biologica; se ci impiega cinque secondi avete un'età biologica di 50 anni e l'impiego di DHEA potrebbe essere giustificato.
VES - sigla che sta per "velocità di eritro sedimentazione";
in pratica calcola il tempo necessario perchè la parte solida del sangue (globuli rossi) si separi da quella liquida (plasma)
Valori normali
donne -> 6-11 mm (un'ora), 6-20 mm (due ore) e sopra i 50 anni fino a 30 mm in due ore; uomini -> 3-10 mm (un'ora), 5-18 mm (due ore) e sopra i 50 anni fino a 20 mm in due ore. Non si tratta di valori molto precisi in quanto la VES può essere normale anche se l’infezione è già in atto, oppure può risultare elevata quando ormai si è già guariti e quindi è più che mai necessario il parere del medico
Cause di valori superiori alla media
valori superiori a quelli di riferimento possono essere determinati da artrite reumatoide, da epatopatie, da gravidanza, da infarto cardiaco, da infezioni, da infiammazioni, da insufficienza renale, da leucemie, da morbo di Hodgkin da neoplasie maligne, da shock, da TBC, da tiroidite di Hashimoto, da toxoplasmosi
Cause di valori inferiori alla media
valori inferiori a quelli di riferimento possono essere determinati da allergie, da microcitemie, da neoplasie terminali, da policitemie, da uso di steroidi e anticoagulanti

Consigli per il prelievo
Prima del prelievo di sangue è in generale prescritto il digiuno (8-10 ore); per il dosaggio dei trigliceridi è consigliato un digiuno più prolungato (12-14 ore). La composizione del pasto che precede il digiuno deve essere quella abituale, evitando sia gli eccessi sia le restrizioni.
Per i neonati può essere sufficiente il digiuno di 3-4 ore. Durante il tragitto per raggiungere il laboratorio di analisi il soggetto non deve effettuare sforzi fisici intensi con sudorazione. Se l’utente durante il digiuno dovesse avvertire la sensazione di sete, può assumere 1-2 bicchieri di acqua.
Durante il periodo di attesa dal momento del ritiro del numero progressivo di accesso erogato dall’apparecchio “elimina code” fino al momento del prelievo, è bene rimanere il più possibile tranquilli e si deve assolutamente evitare di fumare.
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